ALIENOPOLI

Ero a casa ed ero a letto punita, mio padre e mia madre non volevano nemmeno che uscissi dalla stanza né che parlassi con qualcuno e tanto meno che accendessi la TV. Mi salvò il campanello della porta e mio padre gridò:” Martina, c’è Giada! Tu e Giada dovete fare i compiti insieme!”Iniziammo, ma Giada si addormentò all’ improvviso, io invece restai sveglia e pensai: “Quanto vorrei essere da un altra parte!” E così incominciò la mia storia.  E infatti pochi secondi dopo mi sono ritrovata da un’ altra parte della mia stanza. Non avevo mai pensato di essere lì, in uno dei miei sogni, da una una parte ero contenta e dall'altra ero molto preoccupata perché in tutti i miei sogni c’è qualcosa che va storto.Mi trovai davanti a centinaia di migliaia di alieni: ero nello spazio dentro a una navicella!Perlopiù erano vestiti tutti di giallo, avevano la pelle di colore celeste, insomma erano degli alieni un po’ strani. Arrivata la notte ho cercato un posto dove stare, loro però, non hanno alberghi o case, avevano tutti un computer che con una speciale applicazione scannerizzavano la loro faccia che in realtà non si poteva chiamare faccia. Insomma la scannerizzavano e poi ti ritrovavi fra le pagine di una cartella. Nonostante questo ho dormito comunque.Il giorno dopo però ho cercato il modo di fare colazione ecco che vedo una locandina con scritto “BAR”, c’era scritto anche offerta del giorno: pesce amaro con banana! In lontananza sentii una voce che mi chiamava: “Martina! Giada deve andare via, svegliati”.Peccato, avrei davvero voluto mangiare quel pesce con le banane, sentire nella mia bocca quei gusti così diversi mescolarsi tra loro… chissà che sapore mi avrebbero potuto lasciare.
                                          Emma e Rachele

(eserciziario Comandi Rossi: “Pensa di essere in un altro pianeta”